PIGNOLA festa di santa lucia (12/2002)


PIGNOLA È dallo scorso anno che la festa di Santa Lucia, a Pignola, sta vivendo una vera e propria nuova vita, da quando un volenteroso comitato ha deciso di mettere di nuovo prepotentemente questa festa nel calendario e nel panorama delle feste sacre del paese, proponendo o riproponendo una serie di eventi in occasione della festa della Santa siracusana. Si è partiti, infatti, dal primo gradino, quello di riportare a galla un'antica tradizione, quella del "laccio di Santa Lucia", coinvolgendo, come accadeva in passato, le scolaresche, e tutto il resto, è stato una diretta conseguenza. È un'iniziativa che sicuramente è dovuta alla particolare devozione riservata alla Santa siciliana, ma rappresenta anche un tentativo, ben riuscito, di non lasciar sbiadire, o addirittura di non far perdere, il ricordo di antiche tradizioni, che rappresentano il substrato della civiltà moderna.
Il programma dell'evento, nel giorno della Santa, prevede alle 8,30 il ritrovo in piazza Vittorio Emanuele della Banda Città di Pignola, che alle 9,00 inizierà a percorrere le vie del paese. Alle 11,00 è prevista la messa nella Chiesa di Santa Lucia, ed alle 11,30 inizierà la processione che si svolgerà per le strade cittadine. Alle 13,30 si potrà assistere ai fuochi pirotecnici davanti alla chiesa dedicata alla Santa. Alle ore 15,00 è prevista un'altra messa nella stessa chiesa. La gara del "laccio di Santa Lucia" avrà luogo in piazza Vittorio Emanuele alle ore 16,00. Alle 17,30 si potrà degustare la tradizionale "cuccìa". Alle 20,30 si potrà assistere all'esibizione del duo "Liscio Fantasia", cioè Giuseppe Valvano e Antonio Pietrafesa. Alle 22,30 sarà ancora la volta dei fuochi pirotecnici.
Come testimonianza della devozione pignolese per la Santa, basti pensare che esiste anche una chiesa in suo onore, quella fatta costruire agli inizi dell'ottocento dalla famiglia Brigante e che sorge vicino al fiume San Michele a pochissima distanza dal centro abitato. È una chiesa, tuttavia, di piccole dimensioni e che viene aperta solo per il tredici dicembre.
Per quanto riguarda, invece, l'uso di preparare il "laccio", nessuno conosce bene quale possa essere il motivo di tale pratica, dal momento che nessun avvenimento della vita della Santa siracusana può essere ricollegato al "laccio". Quello che si sa, è che i ragazzi hanno da sempre intrecciato questo laccio, grazie ad un minuscolo telaio fatto da un pezzetto di legno quadrato forato al centro per permettere al laccio di uscire, con quattro chiodini disposti intorno all'apertura centrale che servivano per tenere i fili da intrecciare. Per intrecciare questi fili di lana, che erano di vari colori, veniva usato un chiodo di quelli utilizzati per ferrare i cavalli, curvato all'estremità. Si racconta, che venisse utilizzato dagli stessi ragazzi per compiere delle sfrenate corse in due: uno indossava il laccio come un cavallo passandoselo davanti al collo e sotto le ascelle, l'altro tenendo le estremità dello stesso come fosse un cavaliere con in mano delle redini. È curioso notare come tale gioco fosse prerogativa esclusiva di questo giorno, dal momento che durante l'anno non veniva mai più ripetuto. Quasi come se fosse la versione per bambini e ragazzini, della tradizionale corsa di muli e cavalli per la festa di Sant'Antonio Abate, che ricorre circa un mese dopo.
Giovanni Albano

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