PIGNOLA inserimento riserva del pantano nel parco (11/2002)


PIGNOLA Il Comune di Pignola risponde ‘picche’ alla richiesta, presentata dal WWF Italia, di inserire la Riserva naturale Lago Pantano di Pignola all'interno del perimetro del nascente Parco Nazionale Val d'Agri Lagonegrese, di cui il Comune ha già da tempo definitivamente individuato le aree da inserire.
Il tentativo di ridiscutere le decisioni assunte a suo tempo dal Consiglio comunale, è stato compiuto da Albano Garramone, responsabile WWF della Riserva naturale oggetto di discussione, che in una lettera al Presidente della III Commissione consiliare della Regione Basilicata, Francesco Mollica, che si informava, chiedendone il parere all'Amministrazione pignolese, se ci fossero possibilità affinchè la Riserva di cui è responsabile, fosse inserita nell'area del parco, dal momento che ciò non avrebbe limitato o impedito le attività presenti nella stessa, per lo più agricole. Il tutto, per non perdere in futuro i fondi pubblici dell'Unione Europea messi a disposizione per la gestione del lago, ritenuto ‘Sito di importanza comunitaria’, visto le sempre precarie condizioni economiche di organismi non a scopo di lucro.
Tutte queste ragioni, tuttavia, non servono a far cambiare d'opinione il Comune, il quale adduce più di una motivazione a sostenere la non adeguatezza della zona a far parte del sorgente parco. La prima, la più importante di tutte, è che il Ministero dell'Ambiente e l'Ufficio di tutela della natura della Regione, hanno da sempre escluso tale area, tanto quella circostante che la riserva stessa, per un motivo tanto semplice quanto impietoso: l'eccessiva antropizzazione, cioè la massiccia presenza di interventi da parte dell'uomo sull'ambiente naturale. Il caso estremo è rappresentato dal lago stesso, che non è nient'altro che un bacino artificiale al servizio delle aree industriali limitrofe, quella potentina e quella titese.
Altra motivazione addotta è che il sito è stato individuato come area per lo svago ed il tempo libero al servizio di Potenza e dei comuni confinanti, dimostrazione ne è la presenza di locali di intrattenimento e strutture sportive. È quanto emerge dagli incartamenti ufficiali. La  zona di cui si parla e di cui la riserva è solo una piccola parte, è, infatti,  disciplinata urbanisticamente da un Piano particolareggiato esecutivo approvato dalla Regione nel 1999 che non solo ne ha individuato la vocazione in tale senso, ma disciplina gli insediamenti abitativi attuali e futuri, per consentirne un tipo di espansione per una residenzialità di qualità.
Per quanto riguarda l'eventuale perdita dei fondi europei, il Comune afferma che è solo un falso problema. Il lago è di proprietà dell'Asi, e la Provincia ha delle competenze in quanto reaponsabile delle aree protette, ed entrambi gli organismi possono accedere ai fondi comunitari previsti per la sua gestione e la valorizzazione, ed inoltre, congiuntamente alla Regione, possono stanziare fondi ordinari nei propri bilanci.
Tutti questi argomenti servono, dunque, al Comune di Pignola a sottolineare la scelta operata ormai tre anni fa, anni nei quali nessuno ha pensato di rimettere in dicussione le decisioni assunte dal Consiglio comunale.
Il Comune nota, a margine di tale questione, come ancora venga utilizzata  per il nascente parco, la denominazione di ‘Val d'Agri Lagonegrese’, quando invece, sarebbe più opportuno utilizzare quella di "Parco dell'Appennino Lucano", per far si che tutti i paesi coivolti, Abriola, Anzi, Brienza, Calvello, Laurenzana, Sasso di Castalda, Satriano di Lucania, Tito e la stessa Pignola si riconoscano in una denominazione che altrimenti può risultare fuorviante, appellativo che servirebbe inoltre a rafforzare nell'immaginario collettivo l'esatta idea delle aree comprese nel Parco.
Giovanni Albano

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