PIGNOLA 1 agosto mostra di gino rosa (06/2003)


PIGNOLA- Sarà visitabile da oggi la Personale del pittore pignolese Gino Rosa: i suoi quadri saranno esposti, fino al giorno 10, nei locali del Museo del Costume della Civiltà rurale.
Un "artista della nostra Terra": è questa la felice espressione utilizzata dall'Assessore alla Cultura Gerardo Ferretti per descrivere e dare un'idea di questo poliedrico artista; poliedrico perchè è impegnato dalla metà degli anni '60 oltre che nella pittura, nella produzione di composizioni e testi musicali.
In un momento in cui si sente l'esigenza di rivalutare o portare a galla in tutti i campi le specificità locali, l'Amministrazione comunale, che da tempo è impegnata nel recupero e valorizzazione del patrimonio culturale ed artistico pignolese, ha deciso di puntare anche su questo artista. Scelta fatta anche perché una parte delle tele di Gino Rosa sono create con un preciso scopo: il ritorno al passato.
Un  tema, questo, che chi ha già avuto modo di vedere esposti i suoi dipinti, vede emergere nelle sue "visioni" di Pignola, nei suoi paesaggi che non possono mai essere definiti "da cartolina", ma presentano un continuo rapportarsi al passato, a quello suo ed a quello del paese. Ciò che viene tratto dal suo animo e riversato su tela, gli permette di creare attraverso i colori, l'immagine di un paesaggio che non è più visibile oggi ma emerge dal passato, ed è quello filtrato dai suoi ricordi, dai suoi stati d'animo, e che oltre che a lui, quindi, appartiene al passato di Pignola.
La sua pittura è fatta anche di nature morte, di figure umane e volti mistici. Tutti i suoi quadri, guardano l'infinito, gli spazi immensi, non vogliono limiti: tutto ciò che può rappresentare una limitazione dell'immagine impressa su tela, viene eliminato. Anche i colori, si dipanano in centinaia di sfumature in un gioco infinito di luce.
Se è vero che l'artista è colui che osserva intorno a se ciò che non tutti sanno cogliere, si può dire che la sua è una pittura che parla di lui, dei suoi stati d'animo, dei suoi ricordi, ma che in fin dei conti, parla di tutti noi.
Giovanni Albano

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