PIGNOLA ABRIOLA alsia (11/2002)


ABRIOLA È stata un'ottima occasione per parlare ancora una volta di un argomento che, soprattutto negli ultimi tempi, ha assunto una rilevanza non indifferente. A maggior ragione dopo che nella giornata di ieri sono stati stabiliti dal Consiglio europeo i limiti massimi di utilizzo nelle produzioni di organismi geneticamente modificati. Il Consiglio europeo ha, infatti, fissato il tetto massimo nello 0,9 per cento sul totale del prodotto alimentare. E' la vittoria del biologico, lo sanno bene i responsabili dell'Alsia, Agenzia lucana di sviluppo e di innovazione in agricoltura, che nella giornata di ieri ha organizzato un seminario rivolto agli operatori del settore. Il seminario è servito per mettere a confronto le varie figure che operano nel settore dell'agricoltura biologica e, nello specifico, quello organizzato nell'Azienda agricola sperimentale e dimostrativa (A.A.S.D) di Pantano di Pignola è servito a far venire alla luce le tematiche fondamentali inerenti l'alimentazione. Sono intervenuti la Dottoressa Matteu Foggia, Giuseppe Angelone e Giuseppe Sarandria. Oltre a Vincenzo Pangaro, responsabile dell'Azienda sperimentale di Pignola, che si occupa dei problemi della zootecnia lucana e delle certificazioni biologiche. Il signor Pangaro si è detto soddisfatto per il numero di allevatori e di aghricoltori che hanno scelto la via del biologico. Neli ultimi tre anni, infatti, gli aderenti ai progetti
 biologici è di molto aumentato, e lo scopo dei seminari è proprio quello di far chiarezza a livello normativo prima, e poi di rendere partecipi i nuovi imprenditori agricoli e zootecnologi di tutte qualle che sono le tecniche già utilizzate e sperimentate. Inoltre, la valorizzazione di tutti quelli che possono essere i prodotti tipici della regione, e far si che siano ancora maggiormente pubblicizzati, sia per centrare l'attenzione dei consumatori verso questi prodotti che rappresentano quanto di più genuino possa offrire il mercato e o il territorio della nostra regione, sia per stimolare l'interesse da parte degli imprenditori locali, che magari già operano nel settore dell'agricoltura estensiva, per indirizzarli verso la produzione di alimenti e prodotti di qualità assolutamente certificata, tali da essere uno stimolo all'acquisto di chi, magari già oggi, compie dei tour eno-gastronomici in Basilicata, sia per quanti, invece, si avvicinano, solo oggi, a questo tipo di alimentazione. A maggior ragione, in una regione come la nostra che punta molto sul turismo di qualità, vediamo come una prospettiva di sviluppo in tale senso possa rappresentare quel qualcosa in più che può attrarre i turisti. La natura totalmente incontaminata del territorio lucano, congiuntamente a questa tecnica produttiva che, oggi, appare una vera e propria frontiera del nuovo modo di concepire il turismo, possono permettere di compiere un grande passo in avanti all'economia lucana, che negli ultimi anni ha già tracciato un solco in tal senso.
                                               Giovanni Albano

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