PIGNOLA — L'associazione culturale "Il Focolare", presieduta da Peppino Rago, ha organizzato un evento culturale tenutosi nella sede sociale dell'Associazione, in corso Umberto I, allo scopo di presentare il libro Lasciateci le ali, di Rosaria Troisi e Lilly Ippoliti. L'evento, ha visto gli interventi, oltre che delle autrici, di Antonella Casini, dell'Associazione "Italia Solidale" e del sindaco Paolo Patrone, con il coordinamento di Oreste Lopomo, giornalista Rai, a cui è stata affidata l'introduzione dell'incontro.
La storia, vera, del libro, è quella di due bambini: Riza, kosovaro, e Maria, napoletana. È il racconto dell'amicizia di questi due bambini, di come nasce e come cresce, con uno spaccato sul mondo degli adulti che li circondano. È una storia di immigrazione, sentimenti ed amicizia, che parla col linguaggio dei bambini, che parla di bambini per parlare ai "grandi". Ed è per questo che le autrici vogliono portare il loro libro nelle scuole, incontrare e discutere con i bambini ed i ragazzi. Cosa che è avvenuta anche Pignola, dove hanno avuto un incontro con le classi seconda e terza della scuola media.
Lopomo ha sottolineato come il libro Lasciateci le ali «debba esser letto nelle scuole, perché è una storia di immigrazione, solidarietà, accoglienza, temi fondamentali in una società multietnica come quella di oggi». Un libro da far leggere anche gli adulti, «che rispetto ai bambini hanno di più il "vizio" del pregiudizio».
Lilly Ippoliti ha spiegato come il titolo del libro sia preso da una canzone di Francesco Guccini: "…poteteci prendere tutto, ma lasciateci le ali…" e di come il nome Riza, non sia il vero nome del bambino, ma quello di un piccolo profugo arrivato in Italia con i primi sbarchi, trovato morto dopo aver subito violenze. Nessuno lo conosceva, e gli fu dato il nome di Riza. Ha anche spiegato come il libro non abbia un finale vero e proprio, «ma si concluda con le testimonianze di bambini che suggeriscono un modo per far diventare amici bambini di culture diverse».
Rosaria Troisi ha parlato dell'incontro col piccolo Riza, che chiedeva l'elemosina davanti al cimitero in cui è sepolto il fratello della scrittrice, e che un giorno la ferma per informarsi se sta andando a trovare Massimo, e le chiede di andare con lei pechè anche lui vuole portargli un fiore. «È per i bambini come Riza, per tutti i bambini del mondo che dovrebbe scomparire la parola guerra, che devasta le cose e i cuori, e strappa alle persone la casa, e gli affetti».
Antonella Casini, di "Italia Solidale", ha spiegato i progetti dell' associazione e sollecitato tutti a fare delle adozioni a distanza, come un segno di amicizia, per dare speranza ai tanti bambini che lottano ogni giorno contro la fame: «per i fatti eclatanti, piangiamo tutti, come è giusto che sia, —ha affermato— ma per i 30 mila bambini che ogni giorno muoiono di fame, non piange nessuno».
Il sindaco si è soffermanto sulla difficoltà di parlare oggi, ai bambini, ai ragazzi. «La guerra è terribile, ma vedendola ogni giorno in televisione, non la si percepisce più come tale. È difficile spiegare ai ragazzi cosa sia il disagio, la povertà, quando loro non ne sono mai stati sfiorati. Qui è fondamentale —ha concluso— il ruolo delle famiglie, degli educatori e dei responsabili delle politiche sociali, che devono essere in grado di comunicare con i ragazzi».
La parola che ha unito tutti i discorsi è stata: amicizia. L'amicizia è ciò che tiene insieme la storia di Riza e Maria e l'amicizia dei due bambini è ciò che fa uscire dalla diffidenza gli adulti della storia. L'amicizia dei bambini come degli adulti come dei popoli. Ciò che è emerso dalla serata è che bisogna superare le posizioni di coloro i quali vedono l'immigrazione solo come un fattore negativo, dimenticando, purtroppo, quanto arricchimento può venire dallo scambio culturale, dimenticando quante cose gli "stranieri" hanno da dirci.
Giovanni Albano
Nessun commento:
Posta un commento