PIGNOLA — L'Azione cattolica dei ragazzi di Pignola, organizza il Presepe vivente, e la sacra rappresentazione avrà luogo domani alle ore 19:30 nella Chiesa di San Rocco.
La rappresentazione, oltre a tutti i significati cristiani che racchiude la suo interno, si prefigge un nobile scopo, quello di raccogliere fondi per l'iniziativa "Libera le mani". Iniziativa che vuole combattere una piaga, che in occidente sembra essere inesistente: quella del lavoro minorile. I fondi, oltre che poter essere devoluti durante la serata, si possono destinare in qualunque momento sempre attraverso l'associazione, tramite il conto corrente 877001 intestato a Azione Cattolica Italiana - Presidenza Nazionale Via della Conciliazione 1 - 00193 Roma (specificando la causale:"Libera le mani - progetto Manitese"), che devolverà poi il ricavato a Manitese, responsabile italiano del progetto.
È un'iniziativa questa intrapresa dall'Associazione Mani Tese ed a cui l'Azione Cattolica Ragazzi ha deciso di aderire, che punta lo sguardo su un problema gravissimo che anche in Italia è presente. Basta leggere sul sito dell'Associazione Mani Tese il dossier sul lavoro infantile: «nel nostro Paese il lavoro infantile è oggi scomparso dalle statistiche ufficiali perché illegale, mentre tutte le stime concordano sul fatto che siano circa 500.000 i bambini che lavorano». È una drammatica realtà di cui purtroppo non si parla tanto, pensando sempre che siano problemi che non appartengono alla nostra società. Ma la realtà è drammaticamente diversa. Tantissimo è stato fatto negli ultimi decenni grazie all'istruzione obbligatoria e una grande campagna di consapevolizzazione. Ma è una piaga che non si è ancora riusciti ad estirpare del tutto. E non bisogna dimenticare che esistono leggi apposite, che vietano il lavoro minorile cioè dei ragazzi fino a quindici anni, e una volta superata questa soglia, fino alla maggiore età è proibito far svolgere loro lavori pericolosi, eccessivamente faticosi o insalubri. Ma le cronache ci portano spesso ad osservare squarci di realtà ben diverse, se è vero che bambini italiani o presenti sul territorio italiano, anche al di sotto della soglia dei quindici anni, sono lavoratori, a volte anche in condizioni disumane, in miniere, cave, vetrerie, fornaci, in agricoltura, nei cantieri edili, o per il confezionamento di abiti, scarpe, tappeti e quant'altro.
È un'iniziativa questa intrapresa dall'Associazione Mani Tese ed a cui l'Azione Cattolica Ragazzi ha deciso di aderire, che punta lo sguardo su un problema gravissimo che anche in Italia è presente. Basta leggere sul sito dell'Associazione Mani Tese il dossier sul lavoro infantile: «nel nostro Paese il lavoro infantile è oggi scomparso dalle statistiche ufficiali perché illegale, mentre tutte le stime concordano sul fatto che siano circa 500.000 i bambini che lavorano». È una drammatica realtà di cui purtroppo non si parla tanto, pensando sempre che siano problemi che non appartengono alla nostra società. Ma la realtà è drammaticamente diversa. Tantissimo è stato fatto negli ultimi decenni grazie all'istruzione obbligatoria e una grande campagna di consapevolizzazione. Ma è una piaga che non si è ancora riusciti ad estirpare del tutto. E non bisogna dimenticare che esistono leggi apposite, che vietano il lavoro minorile cioè dei ragazzi fino a quindici anni, e una volta superata questa soglia, fino alla maggiore età è proibito far svolgere loro lavori pericolosi, eccessivamente faticosi o insalubri. Ma le cronache ci portano spesso ad osservare squarci di realtà ben diverse, se è vero che bambini italiani o presenti sul territorio italiano, anche al di sotto della soglia dei quindici anni, sono lavoratori, a volte anche in condizioni disumane, in miniere, cave, vetrerie, fornaci, in agricoltura, nei cantieri edili, o per il confezionamento di abiti, scarpe, tappeti e quant'altro.
Situazioni, che se per paesi di quello che viene definito "terzo mondo", trovano terreno fertile nella povertà, in Italia non si può accampare la stessa "giustificazione", perché se è vero che esistono sacche di povertà anche estrema, nel nostro paese, una società civile, che sia davvero tale, deve adottare qualsiasi strumento per combattere coloro che vogliono togliere ai bambini ciò che rappresenta un loro diritto e rappresenta anche il nostro futuro: la loro infanzia.
L'imperativo dell'iniziativa è : "non possiamo più tacere". Imperativo che dovrà essere preso in parola da tutti.
Giovanni Albano
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